Nella centralissima Piazza Roma di Gambassi Terme si trova la Chiesa del SS.mo Crocifisso, detta anche Chiesa di Borgo.
Fu costruita nel 1576 dai fratelli della Compagnia della Vergine dopo la visita pastorale del Vescovo di Volterra Mons. Castelli che li esortò in tal senso.
Aveva l’ingresso principale coperto da un loggiato chiuso da una cancellata in ferro, e vi si accedeva dalla strada per mezzo di una porticina laterale.
Ma, costruita in fretta e con poca stabilità, nel 1720 minacciò di crollare, e così il Governatore e i Confratelli decisero di costruirla di nuovo e più grande.
La nuova costruzione fu benedetta l’11 settembre 1729 dal proposto Bartolommeo Pinucci e da allora è come la vediamo.
Dalla parte della strada sopra il coro, si eleva per alcuni metri il campanile a torre con due campane.
All’interno il coro è sovrastato da un cupolino e le pareti sono decorate con gli stemmi delle famiglie più potenti e in vista del paese.
In un tabernacolo dietro l’altare maggiore è conservato l’oggetto pià antico: il SS.mo Crocifisso che dà il nome alla chiesa e che i Gambassini della Compagia di Santa Croce portarono in pellegrinaggio a Pistoia nel 1399.
Altri due altari sono addossati alle pareti laterali.
Quello a sinistra è dedicato a San Sebastiano con una statua in terracotta del santo proveniente dalla distrutta chiesa di San Luca. L’altro è dedicato a San Giuseppe.
Questa chiesa fu degradata a semplice Oratorio quando il Granduca Leopoldo con ordinanza del 21 marzo 1785 soppresse le confraternite laicali, ma fu riabilitata nel 1792 grazie al signor Luigi Pinucci che riuscì a ottenere la sua riapertura, con Decreto della Segreteria del Regio Diritto di Stato in data 4 ottobre 1792.
Anche oggi questa cappella è sede della Confraternita di Misericordia detta di Santa Croce.
Alla Famiglia Pinucci si deve anche l’esistenza del magnifico parco a lato della chiesa.
Il parco ebbe origine nel corso del XVIII secolo come giardino privato della villa-fattoria che nel 1916 passò di proprietà alla Famiglia Niccoli.
Furono i Niccoli a introdurre nel giardino numerose specie esotiche (il cedro del libano, le palme e le magnolie) che insieme ai lecci sono senza dubbio le strutture arboree più importanti del complesso monumentale, acquisito dal Comune e reso pubblico nel 1934 insieme al Palazzo, oggi sede dell’ Amministrazione Comunale.
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