Per il Giro delle 7 Chiese arriva una nuova tappa imperdibile.
Scendendo dalla piazza del Comune di Castelfiorentino lungo via Pompeo Neri (già Via del Sole) ci si imbatte in un piccolo edificio semplice e lineare nei volumi e nelle geometrie.
Si tratta dell’Oratorio di Santa Maria delle Grazie che fa parte del ricco patrimonio storico-artistico della Valdelsa. In stile barocco, fu fatto edificare e consacrare nel 1666 da Giovanni Bonaventura Neri Badia. Il noto giurista castellano (che sotto il Granducato di Toscana istituì la prima cattedra di diritto internazionale all'Università di Pisa e fu autore di un trattato a favore della libertà fiorentina - in opposizione alle tesi asburgiche), con la costruzione dell’oratorio non fece altro che eseguire le volontà testamentarie di un parente che lo aveva designato come erede universale.
La sagrestia fu aggiunta nel 1862.
Nel frattempo la cappella divenne luogo di preghiera e di sepolture della famiglia, fino a quando i Conti Masetti proprietari del palazzo di fronte (caratterizzato da una bellissima meridiana), subentrarono nella proprietà. Sotto l’oratorio costruirono le cantine della loro fattoria facendo trasferire i sepolcri gentilizi dei Neri Badia sotto il loggiato del santuario di Santa Verdiana.
Nel 1929 i conti Masetti cedettero l’immobile alla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia che nello stesso anno fece erigere il campanile a vela.
Un appassionato lavoro di studio e di ricerca degli studenti dell’Istituto Enriques nel 2009, ha portato alla luce il ricco patrimonio pittorico qui custodito e misconosciuto ai più. L’interno è ricco di stucchi e decorato con affreschi che sono da attribuire a Pietro Dandini, uno dei principali artisti dell’età tardo medicea. Riferibili alla sua mano sono l’affresco della volta, quelli nei sottarchi delle due cappelline laterali e la pala dell’altare maggiore raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Agostino, Bonaventura e Verdiana (che una volta restaurata è stata spostata nella sede della Misericordia dove si trovano tante altre opere d’arte degne di un museo). Le opere di Dandini sono databili tra il 1700 e il 1703.
“Sconosciuto ai biografi del pittore, all’erudizione locale e alla letteratura specialistica, l’intervento del Dandini all’oratorio Masetti – sottolinea il prof. Riccardo Spinelli – si evidenzia come una aggiunta quanto mai significativa al catalogo dell’artista”. Da qui la necessità di valorizzarlo e farlo conoscere almeno alla comunità locale.
bello ! bravi!